Regione importante della Vinificazione Italiana, terra di grandi Vini sia bianchi che rossi.
Partiamo dal Fiano di Avellino, uva a bacca bianca Prodotta nella Provincia di Avellino.
Questa antica varietà di uva deve le sue origini ai Greci, che importano nel territorio Campano
la varietà “Vitis Apicia”. Da ricerche storiche sembra che le prime viti furono piantate in località Lapiio.
Il nome Apicia deriverebbe dalla dolcezza del frutto che attira le api nelle vigne. Poi successivamente è stato cambiato in Afia fino ad arrivare a Fiano.
La diffusione del Fiano non solo in Irpinia è documentata sin dal XIII secolo con l’Imperatore Federico II di Svevia, a salvare la coltivazione di questa vite dalle orde barbariche dopo la caduta dell’Impero Romano furono i padri Benedettini del Santuario di Montevergine . I quali impiantarono le coltivazioni delle viti nell’Abbazia di Loreto. Nella storia recente, risulta dal primo Bollettino Ampelografico del 1875, che la produzione diventò così importante da far costruire la prima ferrovia locale chiamata la “ Ferrovia del Vino”.
Il Fiano esprime la sua migliore territorialità quando è prodotto in quattro distinte zone che sono:
Lapio: Vini ricchi di struttura, con ottima acidità e mineralità.
Summonte: I terreni impervi e difficili da lavorare, favoriscono ai Fiani di questa zona grande potenza con note fruttate.
Montefredane: Territorio argilloso e cretoso che esalta le note minerali del Fiano prodotto su queste colline.
Fascia collinare ad Est di Avellino: Terreni sabbiosi che regalano note di nocciola tostata.
Vino longevo che si esprime al meglio dopo qualche anno dalla vendemmia.
Produttori di spicco sono Ciro Picariello e Guido Marsella di Summonte.
LA COSTIERA AMALFITANA
La configurazione della Costiera Amalfitana ha una sua indiscussa scenografia.
A picco sul Mare con i monti alle spalle, ricorda un antico merletto.
La strada e i terrazzamenti si avvitano in una serie di tornanti scavati nei fianchi della montagna. La poca terra, faticosamente portata quassù a spalla, riempie le zolle strappate alla roccia.
E’ questo, da secoli, l’insediamento dei vigneti che hanno conquistato la DOC, sotto la denominazione Costa d’Amalfi, con le tre sottozone di Furore, Ravello e Tramonti.
Larghi in media non più di cinque metri, i terrazzamenti presentano un profilo irregolare.
Ospitano in media quattro filari di viti disposti a pergola, grazie all’ordinata geometria fatta di pali di castagno.
Un tempo, la vite veniva impiantata sulla macèra (il muro verticale di contenimento realizzato senza malta sistemando le pietre l’una sull’altra), allo scopo di favorire il pieno utilizzo del terreno sottostante per le coltivazioni di stagione.
E qui va ricordato che il vignaiolo della Costiera è anche contadino e pescatore, perché in passato solo mettendo insieme il vino, i prodotti della terra e la pesca si riusciva a sbarcare il lunario. Il turismo ha sempre privilegiato la costa, per cui i paesi collinari, che pure arrivano al mare con strette lingue di terra, non ne hanno mai beneficiato.
Degli antichi vitigni, che hanno fatto la storia e la fortuna di questi vini, molti sono ancora produttivi (e per giunta su piede franco, perché la filossera non ha infestato la zona) e conservano nella denominazione l’impronta della loro origine e del loro destino: quello di uve domestiche, allevate a pergola in pochi metri quadri, per un uso quasi del tutto familiare.
Mi riferisco a vitigni come il Fenile, il Tronto di Furore, il Ripoli, il Pepella, la Ginestra fino al Tintore di Tramonti. Si tratta di uve strettamente legate al territorio, e in qualche caso esclusive.
Il Fiano si abbina con gli Antipasti, Le zuppe di verdure e di Legumi, piatti di Pesce, Carni Bianche e Formaggi di media Stagionatura.
DESTINAZIONE: ITALIA-CAMPANIA
DURATA: 4 GIORNI/3 NOTTI
PREZZO: QUOTAZIONE IN BASE AL PERIODO DI TUA PREFERENZA
GRUPPO CON MIN. 10 PARTECIPANTI
NOLEGGIO AUTO: INCLUSO, SPIDER D’EPOCA